giovedì 18 giugno 2009
"Così Aida mi conquistò" (intervista a Famiglia Cristiana)
Certe voci hanno la strada segnata. Daniela Dessì, premio Abbiati quest' anno, ha scoperto la sua vocazione grazie alla zia, che la portava a teatro. "Vidi un' Aida, la mia prima opera, quando avevo 11 anni. Mi innamorai di quella musica sublime, di quello spettacolo grandioso. Se canto è per l' Aida."
Sulla rotta del destino trovò Herbert von Karajan. Come andò?
"Avevo 18 anni. Ero incredula, voleva sentirmi dopo aver avuto una cassetta del mio primo concorso. Mi fece l' audizione alle 10 di mattina, l' alba per cantare, però feci la mia parte tranquillamente. Ho di lui un ricordo straordinario, mi aspettavo un burbero, severo, invece era delizioso: mi ha messo lì, ha suonato, abbiamo cantato. Fantastico!"
All' Arena riporta proprio Aida: che cosa ha da dirci nel 2009?
"Aida è il personaggio per antonomasia, passionale, melodrammatico. I drammi d' opera forse sono anacronistici, ma non quanto si pensa, in fondo parlano di noi: d' amore, di politica, di passioni, di tradimenti. Poi qui siamo all' Arena, luogo di grandi soddisfazioni per una cantante."
Che sfida è per una voce?
"Ho ricordi stupendi. C'è un' acustica straordinaria in cui ogni voce si può udire, purchè sia ben orientata. All' Arena non c'è bisogno di gridare e lo scenario è un' emozione unica."
Con un pubblico popolare. Come si fa ad avvicinare la gente alla lirica?
"Credo che basti la passione per la musica, ma è una materia troppo assente dalle nostre scuole. Eppure di giovani appassionati ne ho incontrati. Certo, bisognerebbe aiutarli abbassando i prezzi, se non delle prime, almeno delle altre recite."
Dicono che lei porta il teatro dentro la vita. E' vero?
"Un po' devi avere già dentro i caratteri dei personaggi che ami di più, per renderli bene. Io mi sento molto Tosca, passionale, gelosa, forte e fragile."
L' ha cantata quasi 100 volte, avrà il pilota automatico...
"No. L' ansia che provo prima di andare in scena, mi porta a vivere la storia come fosse la prima volta. Ed è quello che mi piace di questo lavoro, che ti tiene sotto esame: amo scoprire sempre qualcosa."
Elisa Chiari, Famiglia Cristiana n. 25 del 21 giugno 2009
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