lunedì 16 febbraio 2009
"Sanremo? Perchè no, può far bene alla lirica" (intervista a LA STAMPA)
16/02/2009, intervista di Alberto Mattioli per "La Stampa":
"Mischiare i generi, mescolare gli spartiti, frullare le note. Quest’anno Sanremo ci conta molto. Non son solo canzonette: Mina inaugura cantando Nessun dorma! come un Pavarotti transgenico, giovedì apre la serata Giovanni Allevi, che dice e ripete di essere un autore classico, venerdì un medley operistico (brr...) con il soprano Dimitra Theodossiou e il tenore Gianluca Terranova. Sempre venerdì, nella serata dei duetti, Francesco Renga canterà Uomo senza età, la sua canzone-omaggio al mito del tenore italiano (favorita per la vittoria, almeno secondo gli scommettitori che la danno a 5) insieme a una grande diva dell’opera internazionale: Daniela Dessì.
Signora Dessì, dalla Scala all'Ariston il salto è notevole. Perché ha detto di sì?
«Perché avrei dovuto dire di no, piuttosto. La canzone è bella, Bonolis mi ha fatto una telefonata molto simpatica, Renga è carino e mi ha riscritto la prima parte come se fosse una romanza per voce e pianoforte. Beh, allora sì. E poi è l’occasione per parlare un po’ di lirica in un contesto popolare».
Non tirerà fuori anche lei la storia che bisogna portare l'opera fuori dai teatri...
«Almeno parlarne, sì. La nostra è una nicchia, bella, affascinante, meravigliosa, ma piccola. Magari se vado all’Ariston a far vedere com’è fatto un soprano si allarga un po’».
Resta il fatto che lei venerdì è a Sanremo e sabato debutta al Massimo di Palermo con Adriana Lecouvreur. Uno strapazzo. Che fine ha fatto la leggendaria disciplina dei cantanti lirici?
«Intanto il teatro mi ha dato il permesso e mi appoggia, perché anche al Massimo fa piacere sentirsi citato al Festival. E poi “vado e torno / prima di giorno”, come dice appunto Adriana. Entro all’Ariston alle 21, un’ora dopo riparto, che stress vuole che sia?».
La Callas l'avrebbe fatto?
«La Callas era greca e Sanremo è il Festival della canzone italiana».
Un suo giovane e brillante collega, il tenore Francesco Meli, ha rifiutato la proposta di Bonolis...
«Ma i tenori a Sanremo ci sono sempre andati, anche i grandissimi come Di Stefano e Pavarotti. Poi un conto è andare a cantare una sigla, come avevano chiesto a Meli, un altro una canzone sulla lirica, come hanno chiesto a me».
Del crossover che pensa?
«Che esiste, quindi evidentemente c’è chi lo ama. Sia chiaro, però: nonostante oggi molti teatri ti chiedano di cantare canzoni o duettare con artisti pop, io resto un soprano. Stavolta ho deciso di dare una mano a una bella canzone, ma è l’eccezione, non la regola».
Bocelli le piace?
«Quando canta canzoni, sì».
Un’opera con lui la canterebbe?
«Già fatta: La Bohème».
La rifarebbe?
«No, grazie, ho già dato».
Una curiosità: come mai è perennemente fotografata su «Chi»?
«Mah, piacerò ad Alfonso Signorini, che peraltro è un ex loggionista della Scala. Ma che un magazine si interessi a una cantante lirica fa bene all’opera».
Non sarà perché lei è amica di Marina Berlusconi?
«Amicissima, infatti. Una persona in gamba. Ho anche cantato al suo matrimonio».
Prossimi impegni?
«Fanciulla del West a Siviglia, poi Corea, Germania, Polonia, Aida a Cagliari e all’Arena, Traviata a Roma...».
A Torino, mai?
«Glielo dica lei, che al Regio tornerei volentieri».
Per visualizzare l' intervista originale cliccate qui.
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