sabato 18 luglio 2009
"L' autentica testimonianza dell' ultimo soprano lirico-spinto italiano" (recensione da Forumopera.com)
"Questo disco, pubblicato dalla Decca con mezzi quasi indecorosi (la registrazione di questo ambizioso programma è stata montata in quattro giorni, non è stato giudicato educato invitare il coro necessario per alcune pagine, la copertina è raffazzonata e la foto sovraesposta non rende per nulla giustizia alla reale bellezza e alla femminilità della signora Dessì...) sembra oggi un ufo. Vent'anni fa numerose uscite mensili dello stesso tipo riempivano le colonne di Opera International. Inizialmente avremmo dovuto recensire questo lavoro per puro dovere di cronaca, ma ne restammo subito colpiti. Un'emozione carnale, animale, che correva al cuore e all'intestino. Viscerale e rarissima sensazione, che sconvolge una serata destinata a tutt'altre occupazioni. La Dessì, sfavillante e superba superstite della sua discendenza, aristocratica, completa ed ovviamente maledetta dai "grandi" media.
Autentica Prima Donna del suo registro, non di quelle che occupano abusivamente le riviste patinate ossia la comodità mutilata e senza rischio degli studi "liftanti". Porta ormai da sola il patrimonio di quello che l'Italia produceva ancora regolarmente fino a poco tempo fa, nell'arte di Celestina Boninsegna, Arangi-Lombardi, Pobbe, Stella, Cerquetti e naturalmente Tebaldi. Da trent'anni ormai, pazientemente, partendo come lirico puro, la bella Daniela ha costruito il suo edificio, da conquista a vittoria su sé stessa (più di cinquanta ruoli tra i cui un numero impressionante di bersagli centrati), si sta guadagnando autenticamente il suo stato, quello di una della migliori titolari del repertorio verista (è stata Margherita nel Mefistofele, Adriana Lecovreur, Maddalena di Coigny, Fedora, Ginevra ne La cena delle Beffe di Giordano, Nedda, Iris, Suzel ne L'amico Fritz, Dolly in Sly, Francesca da Rimini) pucciniano (Mimì, Minnie, Cio-Cio-San, Manon, Tosca, Liù, Suor Angelica, Giorgetta, Lauretta), con il rischio di contraddire l'affermazione di un esimio collega*. Terzo pilastro e non meno importante, Verdi nella sua maturità, al quale è dedicato questo disco. Delle dodici pagine, la quasi totalità rappresenta la quotidianità della Diva italiana in cui si riflette l'esatta attualità dei suoi mezzi senza inganni né equivoci, senza schivate o false scuse. In una parola, quello che la Dessì apre anima e corpo al suo pubblico, col susseguirsi delle stagioni, dovrebbe restare, a dispetto di tutti, il primo motivo di un disco. Il programma, impensabile ai giorni nostri per la maggior parte delle cantanti, si apre sulla sortita dell'Elvira di Ernani. E ci fa incassare numerosi colpi.
Con noi lobotomizzati da ore di "canto" asettico delle star "cartonate", le nostre orecchie scoprono, stupefatte, che questa generosità vocale, in tutta la sua franchezza, esiste ancora! Più che la Tebaldi, "Surta è la notte" fa risorgere le Verdi arias, storiche incisioni della Callas, soprattutto quelle dei primi due volumi. Senza alcuna volontà di imitazione, l'omaggio è là, sobrietà nel recitativo, linea, slancio, dono totale, persino nella tensione percepibile sull'acuto estremo. L'aria della Lady viene allo stesso modo innalzata ad una notevole nobiltà e lascia presagire un debutto nel ruolo ormai seriamente preso in considerazione. La romanza di Medora farebbe piangere anche i sassi. La Dessì ci dimostra qui tutta la sua scuola.
Una scuola che sapeva ancora piegare una vocalità spinta alle agilità belcantiste, armandole di bagaglio indispensabile (trillo, mezzatinta, sfumature, costruzione della cadenza...), meno narcisista di una Ricciarelli o edonista di una Caballé, Daniela rende qui ancora omaggio ad una Maria agli ultimi bagliori delle sue incisioni, alcune delle quali sarebbero dovute sfuggire all'impietosa venalità della major. La progressione del programma è di un'intelligenza senza lacuna: gli estratti da Il Trovatore sono semplicemente indispensabili. Sovrana nel controllo, con asciuttezza e precisione del recitativo, la Dessì è una Leonora di sconvolgente umanità, di seduzione immediata nel suo pudore e nella sua femminilità (qualità rarissime nella nostra epoca di prostituzione vocale e di esibizionismo epidermico). La grande vittoria della Dessì è l'equilibrio perfetto tra il belcantismo ancora latente e la maniera verdiana più tarda già chiaramente enunciata.
Onta alla Decca! Se il marito di Daniela (autentico Primo Tenore!) si abbassa alle battute di Ruiz, la Dessì deve ora operare il taglio del coro inderogabile e quindi del "Miserere", in cui ella sarebbe stata senza dubbio perfetta, passando direttamente alla cabaletta "Tu vedrai" condotta con vera energia. Dopo un Bolero eseguito come si deve, sentito e sanguigno, due altri vertici: Amelia e l'altra Leonora. Due ritratti distinti, carichi di dignità, di sofferenza contenuta, un'interprete al servizio del compositore, emozione totale... Eboli la principessa guercia, per una delle grandi Elisabette del momento, può dunque essere diversa dalla matrona pettegola? Eboli, questa sera, sarà una giovane donna che per amore corre il rischio di perdere tutto. Conclude Aida, per le Verdiane quello che Norma è per le Belcantiste... E la Dessì ormai le affronta entrambe. Sognata fin dal suo debutto come cantante, la sua Etiope riassume il suo percorso paziente, pudico, vita dedicata ad un'Arte, bellezza dedicata alla scena. La sua Aida esprime lo sconforto di un'adolescente che tende le braccia, mentre implora il vostro conforto.
Come non vediamo l'ora di omaggiare la bella Daniela! Il 2011 non è così lontano e ancora una volta, Mazzonis e l'Opéra Royal de Wallonie rischiano di creare un doppio avvenimento poichè Daniela è annunciata non solo come Desdemona, ma anche come... Leonora ne Il Trovatore (aprile/maggio e settembre/ottobre). Intanto la Decca firma, probabilmente senza saperlo, uno dei suoi migliori recital da vari lustri. Da acquistare in fretta.
*Un recente articolo si estasiava davanti a “l’economia della scena” di un’amabile cantante che si vuole spacciare come la pucciniana della sua generazione e il cui ambizioso repertorio si riassume à Mimì, La Rondine, una Butterfly certo magnifica in studio ma mai portata sulle scene e qualche Tosca recentemente annullata. Anche se in quest’epoca “rutabagesca” abbiamo imparato a saziarci di poco, che sia permesso di ricordare, rispetto alle grande discografie storiche delle Callas, Tebaldi, Freni, Scotto… che un’integrale o un recital dovrebbero idealmente coronare l’interpretazione maggiore di un artista che ne ha fatto prova sulla scena. Quando Dame Joan si regalava Turandot o l’Elisir, poteva vantarsi di accostargli, in atto di costrizione, venti integrali o recital che confermassero il suo repertorio scenico."
Philippe PONTHIR, 05/07/09
Pour l' original français: http://www.forumopera.com/index.php?mact=News,cntnt01,detail,0&cntnt01articleid=1062&cntnt01origid=57&cntnt01lang=fr_FR&cntnt01returnid=55
TRACKLIST
1. "Ernani, Ernani involami...", Ernani
2. "La luce langue...", Macbeth
3. "Non so le tetre immagini...", Il Corsaro
4. "Tacea la notte placida...", Il Trovatore
5. "Di tale amor che dirsi...", Il Trovatore
6. "D' amor sull' ali rosee..." Il Trovatore
7. "Tu vedrai che amore in terra..." Il Trovatore
8. "Mercè dilette amiche..." I Vespri Siciliani
9. "Ecco l' orrido campo..." Un ballo in maschera
10. "Pace mio Dio..." La Forza del Destino
11. "O don fatale..." Don Carlo
12. "O cieli azzurri..." Aida
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