martedì 29 giugno 2010

E trionfavan le Stelle...


Ecco un po' di recensioni sulle due grandiose recite di Tosca al Teatro Carlo Felice di Genova:

"Daniela Dessì e Fabio Armiliato, che tornavano a cantare nel Teatro della loro città dopo diversi anni (era ora!), hanno colto un incontrovertibile successo personale con ovazioni da stadio che li hanno sommersi dopo "Vissi d'Arte" e "E lucevan le stelle" (bissata). E' evidente il loro affiatamento e il loro legame affettivo, che tanto ha giovato a un'opera "sanguigna" come Tosca."
A.Ottonello, Corriere Mercantile

"Applausi a scena aperta ieri sera al Teatro Carlo Felice di Genova per la “Tosca” di Giacomo Puccini interpretata magistralmente da Fabio Armiliato e Daniela Dessì.
Coppia sia sul palco che nella vita privata, i due hanno incantato il pubblico che li ha ricambiati tributando loro tutta la stima e l’affetto che una città come Genova spesso si crede non sia in grado di offrire in virtù di una millantata freddezza.
Il bis di Armiliato – Caravadossi in “Lucevan le Stelle” era dovuto, gli applausi scroscianti e generosi del pubblico critico ed attento anche. Daniela Dessì con la sua garbata eleganza, la gestualità generosa e delicata, ha saputo interpretare una Tosca colma di passione e fragilità al tempo stesso, e la splendida voce morbida ma potente ne hanno sancito il successo pieno presso pubblico e critica.
Fabio Armiliato è tornato nella sua Genova ed ha saputo conquistare ancora una volta quel Teatro che lo vide debuttare nel 1984 nelle vesti di Gabriele Adorno con il Simon Boccanegra. Molta strada è stata fatta, il suo percorso artistico gli ha visto segnare un successo dopo l’altro e la sua maturazione artistica è oggi giunta al culmine.
Anche Daniela Dessì ha avuto i suoi natali nella Superba. Si è diplomata in canto e pianoforte al Conservatorio “Arrigo Boito”di Parma specializzandosi in canto da concerto presso l’Accademia Chigiana di Siena. Dopo aver vinto il primo premio al Concorso Internazionale indetto dalla Rai nel 1980, ha debuttato con l’Opera Giocosa ne La serva padrona di Pergolesi, costituendo un repertorio comprendente circa 70 titoli da Monteverdi a Prokofiev, passando dal repertorio barocco alle sue straordinarie interpretazioni delle eroine mozartiane e verdiane, fino ad essere considerata oggi la miglior interprete del repertorio verista.
Siamo molto affezionati a questa coppia di assi della musica che sa portare l’Italia – e la nostra Genova – a livelli di eccellenza in tutto il mondo.
Grazie Fabio e Daniela!"
O. Mariotti, Genova-Zena

"Ovazioni anche a scena aperta alla coppia protagonista, il soprano Daniela Dessì e il tenore Fabio Armiliato, che deve addirittura bissare "E lucevan le stelle"... Segno caratterizzante di questa Tosca è stato quello del ritorno al Carlo Felice dei genovesi Dessì e Armiliato: intorno alla loro presenza si è ritagliata l'intera impostazione dello spettacolo. Applauditissimi non solo perchè genovesi, ma anche perchè per loro, insieme e separatamente, Tosca è ormai divenuta un vero cavallo di battaglia, portato nei maggiori teatri lirici del mondo. L'appassionata Tosca di Daniela Dessì appare pienamente consapevole delle stratificate sfaccettature del personaggio, oscillante fra tenerezze e scontrosità, fierezza e ingenuità. E Armiliato è un Cavaradossi stagliato in semplici ma assai efficaci intenzioni interpretative, convincente proprio per la sua diretta espressività."
W. E. Rosasco, Il Secolo XIX

"L'antica locuzione Nemo propheta in patria sua ha trovato clamorosa doppia smentita in occasione della prima di Tosca di Giacomo Puccini andata in scena al Teatro Carlo Felice di Genova lo scorso 8 Giugno. Il cast vedeva infatti nei panni della protagonista il soprano Daniela Dessì ed in quelli del pittore Mario Cavaradossi il tenore Fabio Armiliato: entrambi di origini genovesi e quindi impegnati a giocare “in casa” nel teatro della propria città. L'accoglienza per la coppia di artisti da parte del pubblico è stata assolutamente festosa e le cose del resto non potevano andare diversamente considerato l'alto livello della performance dei due cantanti che vantano con i rispettivi ruoli un rapporto di continuità decisamente significativo (A questo proposito basti solo ricordare che proprio il ruolo di Tosca rappresenta il personaggio portato in scena più volte dalla Dessì, la quale, nonostante sia artefice di una fra le più impegnative e prestigiose carriere dell'attuale panorama lirico mondiale e nonostante abbia abbracciato un repertorio decisamente vasto durante il corso degli anni, è ritornata con cadenza regolare ad interpretare in teatro la sfortunata eroina pucciniana). In questi casi è quindi inevitabile che la grande esperienza maturata nei rispettivi ruoli si faccia valere e che soprano e tenore riescano a gestire in modo ottimale le energie vocali da destinare alle proprie parti (oltremodo impegnative), così come è altrettanto vero che la lunga consuetudine con quest'opera abbia permesso loro di approfondire notevolmente lo scavo psicologico del personaggio affrontato, fornendone un'interpretazione compiuta e definita.
Entrando più nello specifico, la Tosca di Daniela Dessì non può che affascinare per i molti meriti esibiti, a cominciare dalla sempre soggiogante qualità timbrica, così rigogliosa in un registro centrale tanto morbido e tornito, specchio di una femminilità procace e sensuale spiccata. Lo si avverte distintamente negli abbandoni melodici dei duetti d'amore del primo e del terzo atto, in cui la passionalità della protagonista emerge in modo prepotente ma naturale, sempre misurato e spontaneo, mai esibito o ricercato. La carnosità timbrica del soprano è avvolgente e seduce insieme a Mario anche l'ascoltatore, conquistato dal fraseggio suadente e da tanta dovizia di mezzi. Nelle parti più drammatiche degli atti secondo e terzo invece, il soprano innerva il proprio canto di una grande tensione interpretativa che la porta ad affrontare con grande sicurezza e slancio tutti gli impegnativi scarti all'acuto prescritti dalla parte (ivi compreso quello della fatidica “lama”, adeguatamente incisivo e svettante), ma sempre senza tradire la natura intimamente lirica della propria voce e senza scadere in effetti di gusto troppo naturalista (la Dessì sceglie per esempio di cantare sempre ogni nota dello spartito, bandendo il ricorso al parlato anche nei punti in cui tradizionalmente esso viene praticato). Nel secondo atto l'appuntamento atteso con il momento solistico del “Vissi d'arte” la trova immedesimata e generosa oltre che festeggiatissima dal pubblico, mentre, per quanto riguarda il gioco scenico, l'attrice si muove sul palcoscenico con naturalezza ed eleganza veramente ammirevoli (doti evidenziate dalla sempre affascinante figura valorizzata dagli splendidi costumi disegnati per il suo personaggio). La conclusione del secondo atto lascia lo spettatore veramente senza fiato, sia per la pertinenza drammatica dei movimenti scenici che per la aderenza psicologica al momento teatrale: in definitiva una lettura maiuscola che conferma l'autorevolezza di un'interpretazione collaudata ma sempre profondamente sentita.
Dello stesso livello l'interpretazione di Cavaradossi offerta da un Fabio Armiliato in ottima forma vocale. Slancio sentimentale e patriottico convivono armoniosamente nella sua raffigurazione di Mario. Il timbro brunito conferisce la giusta virilità al personaggio mentre la propensione verso il canto a mezzavoce esibito nei momenti più intimi mette in risalto il lato più affettuoso e sentimentale dell'amante, come nel caso dell'aria del terzo atto, bissata a furor di popolo ed in cui Armiliato si è guadagnato un bel successo personale. Il lato eroico del personaggio emerge invece nel possesso sicuro del registro acuto che nell'esultanza del secondo atto ("Vittoria! Vittoria!") svetta imperioso ed adeguatamente insolente, provocando immediatamente l'applauso a scena aperta da parte del pubblico. Assolutamente calzanti poi sia la presenza scenica che le notevoli capacità attoriali, che delineano un Cavaradossi veramente credibile.
La direzione di Marco Boemi, alla testa dell'Orchestra del Teatro Carlo Felice, ha saputo equilibrare in maniera ottimale il rapporto voci-orchestra valorizzando adeguatamente le pagine strumentali ricche di colori e suggestioni.
Come anticipato applausi calorosissimi per tutti con punte di grande entusiasmo per la coppia Dessì-Armiliato."
F. Zanella, Operaclick

"La coppia Armiliato-Dessì ha naturalmente raccolto l'entusiasmo del pubblico: Cavaradossi, appassionato amante e spavaldo ribelle, si è congedato dalla vita con un'aria eseguita con gusto musicale e intelligenza; così come Tosca personaggio dipinto con grande esperienza e che con "Vissi d'Arte" ha avuto, meritatamente, caldi consensi dalla platea."
B.Catellani, Il Giornale

"Dessì è una Tosca di solido mestiere che in Vissi d’arte ha ottenuto una giustificata ovazione"
R. Iovino, La Repubblica

8 e 10 giugno 2010
Teatro Carlo Felice
Genova

TOSCA

TOSCA: Daniela Dessì
MARIO CAVARADOSSI: Fabio Armiliato
IL BARONE SCARPIA: Claudio Sgura
ANGELOTTI: Nicolay Bikov
SAGRESTANO: Armando Gabba
SPOLETTA: Marssimiliano Drappello
SCIARRONE: Angelo Nardinocchi
UN CARCERIERE: Roberto Conti

Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice

Direttore: Marco Boemi

Regia: Renzo Giaccheri
Scene: Adolf Hohenstein

Allestimento: Fondazione del Teatro dell'Opera di Roma

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