giovedì 8 ottobre 2009
"Emozione Armiliato-Dessì: a Jesi il trionfo del belcanto" (recensione da IL MESSAGGERO - Ancona)
"JESI - Un pubblico entusista, plaudente e festoso ("Siete meravigliosi!" ha detto la Dessì tra gli applausi finali) ha accolto giovedì sera il poderoso recital di Daniela Dessì e Fabio Armiliato che, impegnati in un programma lungo e complesso, hanno inaugurato la 42° Stagione Lirica del Teatro Pergolesi di Jesi. Alle prese con un programma non facile e ricco di pagine amatissime i due artisti hanno saputo galvanizzare e coinvolgere gli spettatore accorsi per l'occasione, prodighi di applausi e di ovazioni dopo ogni esecuzione. Daniela Dessì ha confermato le qualitù che ne fanno una delle primedonne più richieste del presente, grazie alla bellezza del timbro e al' intelligenza di un fraseggio sempre intelligente e curato: più ancora che nell'opulento Vissi d'arte da Tosca o nell'impegnato Pace, pace mio Dio dalla verdiana Forza del Destino (opera che, stando al gossip più accreditato, i due artisti interpreteranno la prossima estate allo Sferisterio di Macerata) la Dessì ha saputo entusiasmare con una Desdemona dell'Otello verdiano assolutamente incantevole per poesia d'accento e innocenza d'espressione. Dal canto suo Fabo Armiliato è sembrato partire un poco in sordina con l'aria di Licinio dalla Vestale di Spontini: la ragione è, forse, da ravvisare anche in una scrittura, quella spontiniana, molto strana, alquanto bassa e comunque difficile da eseguire in apertura di serata (nell'opera, difatti, la scena apre l'atto finale) ma anche nel suo caso si sono fatte valere le ragioni di un grande professionismo e di uno studio attento e incisivo. Molto bravo nel difficile Improvviso dal giordaniano Andrea Chénier, Armiliato ha anche consegnato al pubblico (che lo ha salutato con scroscianti applausi) una ragguardevolissima esecuzione del celebre Nessun dorma dalla Turandot, reso con ammirevole pulizia vocale e intrigante asciuttezza di fraseggio. Inutile dire che i due duetti previsti (il Finale I dell'Otello e il Finale dell'Andrea Chénier) hanno entusiasmato per la bella resa comlessiva e per l'evidente "affinità elettiva" dei due artisti. Ottima pure la prova della Form - Orchestra filarmonica marchigiana, davvero impegnatissima sotto la guida sicura di Marco Boemi, che ha avuto i suoi momenti di gloria in un'ampia scelta di celebri Sinfonie e Intermezzi. Ben quattro i bis finali: il Brindisi della Traviata verdiana, con tanto di applausi e timidi cori di pubblico, poi, con Boemi al pianoforte, O mio babbino caro per la Dessì, I'te vurria vasà per Armiliato e un omaggio a Gigli con un inedito duetto di Non ti scordar di me. La stagione jesina proseguirà dal 23 ottobre con La Traviata di Verdi; sarà poi la volta del rossiniano Barbiere di Siviglia (dal 12 novembre) e del dittico formato da La voix humaine di Poulenc e Pagliacci di Leoncavallo (dal 27 novembre). Info: 0731.206888"
G.Cesaretti, 03 ottobre 2009
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