lunedì 27 ottobre 2008
11/11/08: Norma viene!!!
Finalmente l' estenuante attesa verrà ricompensata: martedì 11 novembre esce (etichetta "Hardy Classic Video"),in tutti i negozi di dischi, italiani e non, la SPETTACOLARE "Norma" di Bologna. Daniela, che debuttava il ruolo, venne unanimamente considerata dalla critica la "nuova Norma" tanto attesa, capace di porsi sullo stesso eccelso livello delle interpreti storiche (Callas, Sutherland e Caballè) pur riuscendo a distinguersi da esse grazie alla magia di un approccio totalmente originale.
Ricordo inoltre che lo stesso dvd, venerdì 14 novembre, sarà acquistabile in edicola assime a "L' Espresso", per la collana PassioneLirica.
29 aprile, 4, 7, 9 maggio 2008; Teatro Comunale di Bologna
NORMA di V. Bellini
NORMA: Daniela Dessì
POLLIONE: Fabio Armiliato
OROVESO: Rafal Siwek
ADALGISA: Kate Aldrich
CLOTILDE: Maria Luce Erard
FLAVIO: Antonello Ceron
Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna
direttore: Evelino Pidò
maestro del Coro: Paolo Vero
regia: Federico Tiezzi
scene: Pier Paolo Bisleri
sipari e fondali: Mario Schifano
costumi: Giovanna Buzzi
luci: Gianni Pollini
"Il personaggio di Norma vocalmente c'è tutto, con un'evoluzione che parte da una "Casta diva" quasi di giovane spaurita e cresce verso la consapevolezza di donna matura. Rifuggendo da imitazioni, il soprano rimodella il personaggio sulla sua voce, fatta di dolcezze infinite ma capace di potenziarsi nell'invettiva violenta." M. Beghelli (Il Giornale della Musica)
" ...è il gusto quasi fisico, sensuale per la parola a fare di questa Norma una Norma unica, memore della lezione storica ma sostanzialmente indipendente nella sua profonda femminilità. E’ la donna ferita nei sentimenti e nelle passioni, è la madre, è furente ma dolorosa: il secondo atto, con il precipitare della tragedia, è così un capolavoro. Dormono entrambi chiama l’applauso a scena aperta, Deh non volerli vittime spinge alle lacrime e fa del finale un’umanissima apoteosi - l’ossimoro è voluto. La bellissima figura e il carisma scenico sigillano una prova d’altissimo profilo." R.Pedrotti (Gli Amici della Musica)
"Daniela Dessì si dimostra padrona assoluta del personaggio in ogni situazione espressiva. Un fraseggio ineccepibile ed incisivo, la naturalezza di centri corposi ed un carisma scenico di grande impatto teatrale garantiscono all’interprete il totale consenso del pubblico. La caratterizzazione del ruolo risulta vincente in ogni sua sfaccettatura: da un lato l’algida statua marmorea, circondata da un’aura di regalità e mistero che trascende l’umano per screziarsi di soprannaturalità lunare, dall’altro l’umana figura terrena macchiata di sensuale carnalità femminile. L’interprete acquista sicurezza col procedere della recita e dopo un meraviglioso approccio al recitativo “Sediziose voci”, cantato con accenti imperiosi, solenni ed estremamente appropriati alla resa espressiva del testo poetico, non si lascia intimorire dal delittuoso inconveniente di uno squillo telefonico sull’attacco di “Casta Diva” e non soccombe di fronte ai temuti do dell’ “Ah, non tremare o perfido!” e, dimostrando di possedere un ottimo bagaglio tecnico, dà il meglio di sé nell’intimo e profondamente drammatico “Dormono entrambi”, preludio di una progressiva ascesa interpretativa che la vedrà trionfare nota dopo nota fino al compiersi del concertato finale. Inutile negarlo, crediamo si tratti di una Norma di assoluto riferimento nel panorama lirico contemporaneo" F. Tadolini (Operaclick)
"... Daniela Dessì che da alla tormentata sacerdotessa non solo la sua voce sempre di bellezza assoluta. ma anche un'autorità vocale e scenica fortissima e un pathos crescente." L. Arruga (Il Giornale)
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5 commenti:
E tra l' altro l' audio di questa Norma sarà disponibile anche tra gli ascolti dei voli Alitalia (qualora dovesse esistere ancora...) da gennaio!!!
Sto facendo il conto alla rovescia... rivedere, anche se in dvd, quella Norma è cosa buona e giusta che tutti dovrebbero fare! Prevedo già che i dvd subiranno pesanti livelli di usura... :D
L'Alitalia già non esiste più... e non è detto la CAI funzioni visti i casini con l'UE... ma se fosse, almeno una cosa buona ci sarebbe, viste le playlist che sceglievano prima... :S
Ganzo!!! Finalmente ci sarà un motivo per scegliere la compagnia di bandiera!!!
NORMA
[...]
Pollione è Fabio Armiliato che, ad onta di un timbro non grato in termini di bronzo, è tenore che con lo studio, la tenacia si è forgiato uno bello strumento. E lo usa con intelligenza. Armiliato sa cantare, assecondando una vocalità che nel declamato trapassa, nel duetto con Adalgisa, ad oasi di lirismo. Allora lo trovi pronto con la mezzavoce, così come ogni battuta lo trova preparato a dare senso alla frase. Oggi non vedo alternative e scomodare il passato non serve. Giova semmai osservare che Armiliato si ispira al passato e cerca di fare sua la lezione dei migliori senza rinunciare alla sua personalità.
Daniela Dessì nacque all’arte come mozartiana e belcantista, ha attraversato il repertorio di Verdi e vi si è affermata. Canta Puccini e il Verismo. È quello che si dice un soprano assoluto. Affronta Norma con cognizione di causa e con un formidabile bagaglio di esperienza. L’attrice costruisce il personaggio attraverso pochi gesti, essenziali. Il risultato è credibile. Con altro spettacolo ed altro regista sarebbe stato superiore. Si è ben difesa e in quel contesto di più non si poteva fare. Il côté virtuosistico non la impensierisce e lo risolve sempre. Le agilità della caballetta “Ah! Bello a me ritorna” non sono estatiche come dovrebbero, ma è il problema di tutte le Norme spiccatamente drammatiche. Solo le virtuose pure, Sutherland o Gruberova, ne vengono a capo senza colpo ferire. Le altre pagano pegno. “Casta diva” è cantata con lodevole concentrazione. Il timbro non è lunare ed astratto. La voce della Dessì è vissuta. Lo avverti anche nei duetti con Adalgisa che vorrebbero un più astrale belcantismo. Ma là dove la scrittura si fa tragica, la Dessì sale in cattedra e gli stessi suoni aspri nel registro acuto giovano alla furia di Norma. Così la sua interpretazione va in crescendo e proprio nel finale trova l’apice.
Irata nel duetto con Pollione, dice con accento di dimessa mestizia “Qual cor tradisti” e poi si inventa un delicato lirismo per “Deh! Non volerli vittime”. Vien da chiedersi se ci sia nella Dessì il coturno della tragédienne o se il dramma della sacerdotessa sia riportato ad una dimensione più borghese. Opterei per questa seconda ipotesi. Siamo tornati agli anni Cinquanta? Forse sì. Ma forse gli anni Cinquanta rivendicavano a Norma una dimensione drammatica che il profluvio di virtuosismi post Callas ha finito per cancellare. Bellini fuse la tragédie-lyrique con il belcanto e non dimenticò mai di fare nascere la sua vocalità dalla parola.
Come la Dessì, che nel fraseggio ha il suo punto di forza. Basterebbe ascoltare come dice il grande recitativo che apre il II Atto o come accenta “In mia man alfin tu sei”. Nulla insomma va sacrificato e Norma esce intatta. Regia permettendo.
G. Landini (“L’Opera”, N. 236, Aprile 2009)
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